di ELISABETTA CRISPONI
Di ritorno dall’Antartide (https://www.aporteschiuse.com/post/i-viaggi-di-gulliver-ognuno-prende-i-confini-del-suo-campo-visivo-per-i-confini-del-mondo), ci siamo tuffati al centro dell’attualità! Come sapete, si è appena conclusa la vetrina politica più famosa della Terra, quella che ogni quattro anni tiene tutto il mondo col fiato sospeso: le elezioni americane. Ormai si sa, Joe Biden sarà il 46º presidente degli Stati Uniti d’America. Ma non è del presidente che oggi Gulliver vi vuole parlare, ma di un’altra figura protagonista di questo bizzarro 2020: Kamala Harris, la prima donna, nella storia del Paese, a diventare vicepresidente.
"Ci sono quelli a cui piace la tradizione, e capisco perfettamente il motivo, specialmente per coloro a cui è stato storicamente negato il diritto di voto: afroamericani, donne... così tanti di loro sanno che le persone hanno combattuto, sono morte e hanno sanguinato per il nostro diritto di voto. Dobbiamo iniziare ad adattarci a nuove forme che lo rendano più facile perché il più grande esercizio di patriottismo, il più grande esercizio del franchising, è effettivamente votare. Questo è fattibile. E penso che ci siano questi momenti di crisi che ci danno il coraggio e l'incoraggiamento per provare qualcosa che in realtà potrebbe essere migliore di come la stavamo facendo prima".
Chi è Kamala Harris? Nata in California nel 1964, da Shyamala Gopalan, oncologa indiana specializzata nella ricerca sul cancro al seno, e Donald Harris, giamaicano, professore emerito di Economia presso la Stanford University. Dopo la separazione dei genitori, Kamala si trasferisce in Canada con la madre e la sorella. Una volta tornata in America, consegue due specializzazioni, in Scienze politiche e in Economia, alla Howard University di Washington D.C., divenendo, successivamente, membro della società economica. Nel 1989 ritorna in California, dove consegue lo Juris Doctor e diventa avvocato. Sempre in California, Harris diviene la prima donna viceprocuratrice distrettuale in uno Stato. Mentre ricopre questa carica, i suoi sforzi si concentrano soprattutto sul contenimento della dispersione scolastica e sulla lotta alla criminalità. Nel 2016 diventa senatrice e acquisisce popolarità. Il suo nome inizia a circolare tra i possibili candidati alla Casa Bianca, fino alla discesa in campo e al sostegno a Biden.
Ma fermiamoci un attimo. In quale contesto si è svolta la campagna elettorale? Cosa vede riflesso oggi l’America, guardandosi allo specchio?
Come dice il giornalista Francesco Costa nel suo libro Questa è l’America
"Ci sono molti posti del mondo di cui sappiamo meno che degli Stati Uniti d’America, ma non ci sono posti con un divario più ampio degli Stati Uniti tra quello che crediamo di sapere e quello che sappiamo effettivamente. Pensiamo di conoscere bene l’America quando in realtà, nella gran parte dei casi, la nostra idea è un impasto di luoghi comuni e poche informazioni concrete". (Francesco Costa, 2020, Questa è l'America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro fututo).
Ma possiamo dire che il volto dell’America oggi si presenta ferito e frammentato, non solo a causa del Coronavirus. La durezza delle politiche migratorie di Trump e le campagne da lui cavalcate, hanno portato al fallimento della politica di “tolleranza zero” nei confronti degli immigrati, e alla diminuzione dei diritti. Sempre Francesco Costa ci dice che, in un primo momento, per evitare problemi al confine, la polizia statunitense allontanava i bambini ai propri genitori, dicendo loro che avrebbero portato i figli in un’altra stanza per interrogarli, o semplicemente in un'altra stanza per fare un bagno, senza poi rivederli più. Il racconto del giornalista continua scrivendo che, l’amministrazione Trump, ha dichiarato che cose come un letto, delle coperte e il sapone non rientravano tra i beni di prima necessità che il governo era tenuto a fornire a questi bambini. Questa situazione ha portato alla denuncia degli avvocati di un’associazione per i diritti umani, l’American CivilLiberties Union, che parla di 545 bambini a cui non è stato possibile ricongiungersi con i genitori, alcuni di questi addirittura entrati negli USA legalmente, perché non si sa dove siano stati portati. Dopo questa iniziativa, Trump fu costretto a divulgare i dati sul numero esatto di bambini coinvolti: più di 5.500, secondo il New York Times.
Una nuova amministrazione può rimediare, sistemare, migliorare? Ci auguriamo di sì. Anche se il cambiamento non è mai facile, anche se i tempi non sono mai brevi.
Nel 1920 veniva introdotto negli Stati Uniti il suffragio universale, 100 anni dopo, lo stesso popolo vede per la prima volta una donna vicepresidente della nazione.
"Sono la prima donna vicepresidente ma non sarò l'ultima. Questo è un Paese delle opportunità. Ogni bambina che ci osserva deve vedere che questo è un Paese delle possibilità. Il nostro Paese ha dato loro un messaggio chiaro: sognate con ambizioni."
Alla prossima puntata!
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