Ricordando...
anno scolastico 2018/2019, sede secondaria, gennaio (Italiano)
“Buona sera,
io mi chiamo [Telespalla Mel]. Io racconto il mio viaggio in Italia.
La prima cosa di mio viaggio ho preso il camione da Mali in Algeria. Quando sono arrivato in Algeria ho iniziato a lavorare e ho fatto 1 anno 5 mesi in Algeria. Da Algeria in Libia ho preso autobus. Quando sono arrivato in Libia ho fatto 2 mesi, i libiani mi dicevano sempre che io sono bambino solo ma anche con questo io ho deciso a venire in Italia.
Sono arrivato in Italia il 25 luglio 2017 da Libia. Sono arrivato nella barca in Sicilia fermandosi in un centro di accoglienza a Catania per 5 mesi. Il viaggio è costato 700 euro. Il viaggio che ho intrapreso è stato fatto per problemi della mia famiglia quindi perché volevo ameriorare la mia vita.
Poi mi hanno trasferito a Palermo. Non mi hanno fatto andare a scuola e avevo una malattia. Non mi hanno aiutato a guarrire questa malattia. Mi hanno scritto il nome della malattia su un foglio, ma io non sapevo come si legge in alfabeto italiano.
Ho visto che non posso stare a Palermo. Un giorno ho deciso per andare a [una città in Lombardia… diciamo Springfield] dove vivo adesso. Sono arrivato a Springfield il 27 dicembre 2017.
Ho chiesto a una italiana dove si trova la Questura di Springfield e lei mi ha accompagnato a Questura, ho chiesto domanda d’asilo perché ero solo e ho 16 anni. La Questura mi hanno mandato alla comunità. La comunità si chiama [Taverna di Boe Szyslak]. Capo di questa comunità mi ha chiesto tutto quello che io voglio fare nella mia vita, ho detto tutto quel che pensavo. Prima domanda ho detto che ho la malattia, voglio andare a scuola e voglio stare in Italia. Non avevo capito la domanda ma ho risposto queste cose perché erano le più importanti.
Mi hanno curato, mi hanno fatto andare a scuola qui dove sono ora, mi hanno aiutato per trovare un corso di cucina e ho iniziato A1 e A2 di italiano.
Ma il problema è di permesso di segiorno. Sono andato a commissione mi hanno datto negativo, cioè no, ma non ho paura di questo problema perché i lavoratori della comunità tutti sono buoni adesso mi aiutano. Speriamo che troverò il permesso di segiorno.
Adesso sto bene in Italia a Springfield anche se mi mancano i miei amici in Mali come sei tu.
Quindi amico la mia vita ora sta andando benissimo perché tutto quello che ho sognato nella mia vita ho iniziato a farlo mentre ero sul camione e sulla barca.
Oggi sono diventato cuoco e sto lavorando. Ho fatto a scuola A1 e A2 di italiano e ora sto frequentando la terza media.
Grazie amico mio.
Ciao!”
Avevo chiesto alla classe di scrivere una lettera a un amico, per esercitarsi nell’uso delle doppie e delle forme verbali, e questa è la lettera scritta da uno di loro.
A voce mi dice anche che suo papà - che fu ucciso in Mali durante uno scontro etnico quando il mio studente era bambino - aveva quattro mogli e alcuni dei figli delle altre mogli lo trattavano male fino a usare violenza contro di lui.
Mi dice che sua mamma, invece, è morta di parto.
Mentre lo ascolto, capisco perché del Mali gli manchino soltanto gli amici e non la famiglia.
Penso anche alla malattia di cui era affetto (preferisco tacerne il nome, ma non era né un banale raffreddore né una non contagiosa orticaria) e dalla quale adesso finalmente si sta curando. Nel centro di prima accoglienza in Sicilia non è stato curato e mi chiedo per quale motivo. Mi chiedo se sia stata davvero una scelta intelligente quella di risparmiare i soldi delle cure a fronte del pericolo di contagio e dei gravi rischi cui questa malattia espone.
La lingua ufficiale parlata in Mali è il francese e, infatti, il mio studente conosce benissimo questa lingua. Gli chiedo per quale motivo abbia deciso di fermarsi in Italia senza tentare di proseguire per stabilirsi in Francia.
La sua risposta: “Ci sono dei miei amici che sono andati in Francia ma mi hanno raccontato che là nessuno li tratta bene. Io ho pensato che vale la pena fare fatica con la lingua italiana perché qua ci sono le persone”.
BECAUSE HERE ARE THE PEOPLE
Recalling…
School year 2018/2019, secondary school branch, January (Italian)
“Good evening,
My name is [Sideshow Mel]. I tell of my travel to Italy.
First thing of my travel I ride a truck from Mali to Algeria.
When I arrive in Algeria I start work and spend 1 year and 5 months in Algeria. From Algeria I take a bus to Libya. When I arrive in Libya I spend there 2 months, Libyans tell me I am a lonely child but even I decide to come to Italy.
I arrive in Italy on the 25th July 2017 from Libya. I come on a boat to Sicily and stay in a shelter for refugees and asylum seekers in Catania for 5 months. The trip cost 700 euros. I start travel because of problems in my family so because I want to better my life.
Then they move me to Palermo. They did not let me go to school and I had a disease. They do not help me to get healthy from this disease. They write the name of my disease on a paper, but I can not how to read the Italian alphabet.
I see I can not stay in Palermo. One day I decide to go to a city in Lombardy [let’s call it Springfield], where I live now. I arrive in Springfield on the 27th of December 2017.
I ask an Italian woman where the police headquarters are and she bring me there, I make an asylum request because I am alone and I am 16. The police send me to a Residential Child Care Centre. This Centre is called [Moe’s Tavern]. The chief of this Centre ask me what I want to do in my life, I say everything that is on my mind. First question I answer that I am ill, I want to go to school and I want to stay in Italy. I do not understand the question but I say these things because they are the most important.
They tend my illness, they let me go to school here where I am now, they help me find cooking classes and I start study Italian language.
Problem is my residency permit. I go in front of a commission and they tell me negative, that means no, but I have no fear of this problem because all the workers in the Centre are very good and now they help me. I hope that I find the residency permit.
Now I feel good in Italy in Springfield even if I miss my friends in Mali, like you are.
So, my friend, my life is going very well because everything that I dream of I start do while I get in the truck and the boat.
Today I become a cook and I work. At school I study Italian language and I attend 8th grade.
Thank you, my friend.
Ciao!”
I had asked the class to write a letter to a friend, to practice their use of verbal tenses and double consonants, and this is one of those letters.
Speaking to the student he tells me that his father – killed in Mali during an ethnic war when my student was a child – had four wives and some of the other wives’ children would be mean to him, even with violent measures.
He tells me his mom died while giving birth.
As I listen, I understand why he only misses his friends from Mali and not his family.
I think about the disease that plagued him (I prefer to keep the name to myself, but it was not a trivial one) and he finally took care of it. It was not appropriately tended to in the refugees shelter in Sicily, and I wonder why. I wonder if it really is the smart choice to save money on medications, given its infectiveness and serious health issues it causes.
The official language of Mali is French, therefore my student is fluent in this language. I ask him why he decided to stay here in Italy instead of moving on to France.
His answer: “Some of my friends went to France but they told me they are treated poorly there. I thought it is worth it to struggle with Italian because here are the people”.
PS: One year later, today he has finally chosen to authorize us to say his disease’s name. AIDS. The name that a doctor wrote in an alphabet he couldn’t read.
Dopo oltre un anno da quando il ragazzo protagonista di questo post ci ha parlato della bellissima motivazione 'personale' - nel più letterale senso della parola! - che lo ha portato a scegliere l'Italia come sua nuova casa, lui ha oggi scelto di autorizzarci a divulgare il nome della sua malattia. Sarà perché la psicosi da Coronavirus sta riportando in prima pagina altre psicosi che non passano mai di moda, sarà perché il ragazzo si augura - e ci augura! - che nessuno mai debba stare male come lui senza conoscerne il motivo e senza che nessuno trovi la briga di tendergli un medicinale (che esiste da anni, per la cronaca).
Si tratta di Aids.
Si sta curando, finalmente.