Ricordando…
Anno scolastico 2017/2018, sede secondaria, dicembre, ultimo giorno prima delle vacanze
V. è una ragazza ghanese. In lei, come nel suo Paese, le religioni si fondono insieme, si mischiano, dialogano e giocano tra loro. Sì, qualche volta avviene anche questo miracolo.
Lei è prevalentemente cristiana. Prevalentemente: è la parola giusta, quella che ha scelto lei, che conosce l’italiano abbastanza bene da riuscire a esprimere nella nostra lingua anche ciò che non si può esprimere in nessuna lingua. Lei esprime voglia di vivere, voglia di credere, voglia di diventare italiana senza dover smettere di essere anche ghanese. Anche. E allora mi dice che lei è prevalentemente ghanese, ma anche italiana. Mi dice che lei è prevalentemente cristiana e frequenta la Chiesa ogni domenica, ma anche appartiene a una religione tradizionale del suo Paese che chiama Odwira. Ed è prevalentemente cattolica, ma anche protestante (pentecostale).
Io mi stupisco, lei no. Credo abbia ragione lei, prevalentemente.
Oggi è l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale.
V., insieme ai pochi altri studenti cristiani che frequentano le nostre aule, si sono accordati per fare una piccola festa e hanno chiesto il permesso a noi insegnanti di concedere l’ultima ora di lezione per scambiarci gli auguri. Ne ho discusso con i colleghi: siamo in dubbio, temiamo che una festa di Natale a scuola possa irritare la maggioranza (maggioranza assoluta, direi tendente all’unanimità!) degli studenti, che sono musulmani.
Ma, dopo tutto, siamo in Italia e in Italia la festa di Natale è anche una tradizione. Decidiamo quindi di accordare il permesso per la festa: mal che vada, ci scambieremo gli auguri per un sereno 2020 ad alta voce e gli altri auguri in un sussurro.
V. ha la pelle scura, le guance piene e il carattere di una leonessa. Non perde tempo, non ha dubbi, non si ferma davanti a nulla. Infatti ha già creato un gruppo whatsapp nel quale ha inserito tutti gli studenti, anche appartenenti a classi diverse dalla sua, e sta coordinando i preparativi per la festa. A sentirla discutere e dare ordini, si direbbe che più che invitare i compagni a una festa, sta dirigendo una multinazionale!
Durante le prime ore di lezione, in attesa della festa, i miei colleghi e io ci scambiamo sguardi interrogativi e lievemente allarmati. Ci sono circa 70 studenti nella nostra sede, e tra loro se riusciamo a contarne cinque cristiani siamo fortunati. Forse c’è qualche egiziano copto, che festeggerà il Natale a gennaio.
Allo scoccare dell’ultima ora, i miei colleghi e io facciamo un passo indietro. All’ingresso, nell’atrio della scuola, c’è un grande tavolo che di solito è la nostra aula professori. Qui troviamo V. che si avvicenda a spacchettare torte, panettoni, pandori, stappare bibite e disporre angioletti di zucchero e piccole statuette di Gesù Bambino. Al centro del tavolo troneggia un bellissimo Presepe in legno.
Mentre io esito tra il desiderio di aiutarla e il dubbio su come spiegare agli studenti musulmani le tradizioni della nostra festa natalizia, mi si avvicina A. .
A. è un ragazzo marocchino, musulmano, che qualche giorno fa mi ha mostrato sul suo cellulare l’app che lo aiuta a ricordare le cinque preghiere che deve compiere ogni giorno. Mi si avvicina. Ha sul viso un’espressione molto seria, e io mi arrabatto tra me e me a cercare qualche parola adatta da dirgli. Ma lui mi precede.
Con fare quasi furtivo apre la cartella che tiene sulle spalle, ne estrae un sacchetto e me ne mostra il contenuto. Una bottiglia di champagne.
In un sussurro, con grande trepidazione, mi chiede:
“Secondo te, va bene questa bottiglia? V. mi ha detto di portare qualcosa da bere, ma io non ho mai bevuto il vino e non lo conosco. Sono andato in tantissimi supermercati e ho chiesto consiglio a tutti gli italiani, ma non so se alla fine ho preso la bottiglia giusta”.
Come tutti sanno, gli alcolici, il vino e lo champagne nell’Islam sono banditi.
Come tutti sanno, a Natale si festeggia innanzitutto l’amicizia e la capacità di stare insieme nonostante le differenze o forse proprio grazie a esse.
Ci sono molti modi per festeggiare il Natale.
Buone feste davvero a tutti!
MERRY CHRISTMAS TO EVERYBODY!
Recalling…
School year 2017/2018, secondary building, last day before Christmas holidays
V. is a girl from Ghana. In her, just like in her country, many religions meet, melt, talk and play together. Sometimes, this kind of miracle happens.
She is mainly Christian. Mainly: this is the right word, that she chose herself; she knows Italian well enough to express in our language even what has no words. She conveys a will to live, will to believe, will to become Italian without giving up being Ghanaian. Both. So, she says she is mainly Ghanaian, but also Italian. She says she’s mainly Christian and she goes to church every Sunday, but she also follows a traditional religion from her country called Odwira. And she’s mainly Catholic, but also Pentecostal.
I am surprised, she is not. I think she is mainly right.
Today is the last day before Christmas vacation.
V. and a few other Christian students have come together to organize a small party and asked us teachers for permission to use the last period to exchange greetings. I discussed with my colleagues: we are dubious, we fear a Christmas party at school could annoy the vast majority of students, who are Muslim.
But after all, we are in Italy, and in Italy Christmas celebrations are traditional. We give permission to have this party: worst case, we will wish everyone a happy new year loudly and just whisper Christmas greetings among us.
V. is dark-skinned, plump and has the disposition of a lioness. She doesn’t wait around, she had no doubts, she can’t be stopped. She had already created a Whatsapp group with all the students, even from other classes, and she’s coordinating the party planning activities. From her tone and resolute directing, she looks like she is CEO of a multinational company!
During first period, in anticipation for the party, us teachers exchange worried and questioning glances. There are around 70 students in the building, and five at most are Christian. Maybe a few Coptic Egyptians, who will celebrate Christmas in January.
Come last period, we take a step back. In the entrance hall there is a big table which usually doubles as teacher lounge. Here is V., unwrapping cakes, panettone e pandoro [typical Northern Italy Christmas baked goods], opening beverages and placing sugar angel figurines and Baby Jesus statues. In the middle of the table, a beautiful wooden Nativity scene.
As I am torn between the desire to help and thinking about how to explain our Muslim students our Christmas traditions, A. walks up to me.
A. is a Moroccan, Muslim guy, which no longer than a few days ago showed me an app on his phone he uses to remember to pray five times every day. He has a very serious look, and I try to prepare a few words to say to him. But he beats me to it.
With a secretive attitude he opens his backpack, takes a bag out and show me its content. A bottle of champagne.
He whispers, which great trepidation:
“Do you think this bottle is alright? V. told me to bring drinks, but I never drank wine and I am no expert. I went to many stores and asked Italians for recommendations, but I am not sure I got the right kind in the end”.
Everyone knows alcohol, including wine and beer, are forbidden by Islam.
Everyone knows, Christmas is a celebration of friendship and coming together despite the differences, or maybe thanks to them.
There are many ways to celebrate Christmas.
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