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I viaggi di Gulliver. PER ASPERA AD ASTRA: STORIE DALLA GUERRA DEI SOGNI

di ELISABETTA CRISPONI


Ecco il nostro Gulliver di ritorno da un viaggio straordinario in tutto il mondo. Come è stato possibile? No, non ha violato le restrizioni anti-Covid 19, ma ha semplicemente scelto come mezzo di strasporto uno degli strumenti più belli ed efficaci inventati dall’uomo: un libro. Naturalmente, non vedeva l’ora di condividere la sua esperienza con voi!

Stiamo parlando di Guerrieri di sogni (Viviana Mazza, 2020, Oscar Bestsellers Mondadori), un testo incredibilmente emozionante, per giovanissimi e non solo.

Perché abbiamo scelto di raccontarlo qui? Senza dubbio le storie dei protagonisti, 13 giovani provenienti da diverse parti della Terra, ricordano tanto i racconti di vita che abbiamo sempre narrato nel nostro Blog. Inoltre, c’è anche un filo conduttore che ci lega ai temi chiave del libro: l’ istruzione come mezzo di emancipazione, il diritto ad un riscatto sociale, riuscire a trasformare in Bellezza tante brutture troppo spesso imposte, prendere in mano gli impedimenti e, con coraggio e perseveranza, modellarli fino a trasformare il loro superamento in ragione di vita. Ma quello che Guerrieri di sogni mette davvero in luce è la condizione universale delle contraddizioni, e il desiderio umano di non piegarsi ad esse.


Passiamo subito la parola all’autrice, Viviana Mazza, giornalista del “Corriere della Sera”.


Come nasce l’ idea del libro? «Il libro è stato concepito come testo per ragazzi, come altri libri che ho scritto. Amo molto raccontare storie di ragazzi ad altri ragazzi. Ritengo che quella sia un’età della vita su cui è importante concentrarsi, perché è la fase in cui inizia tutto in una persona, si formano le sue idee e i suoi valori. Sono affezionata al ricordo della stesura di queste pagine, perché ci ho lavorato in un momento particolare per me, un frangente di esistenza che definirei di bilancio: avevo compiuto 40 anni ed ero incinta di mia figlia. Ho deciso di mettere insieme alcune storie private e racconti giornalistici. Di alcune mi ero occupata io stessa nel “Corriere”, per altre ho usufruito di articoli di altri colleghi della redazione, o di giornali e documentari esteri. Volevo coprire un po’ di storie da tante parti del mondo». Quindi lavoravi a questo libro proprio mentre ti affacciavi alla maternità. Quali erano i tuoi pensieri? «Pensavo più che altro ai ragazzi che avevo conosciuto e continuavo a conoscere nelle scuole, a quello che mi trasmettevano attraverso le loro domande e le loro curiosità. Naturalmente pensavo anche agli insegnanti, ecco perché all’interno del libro sono contenute delle schede più dinamiche, con dati e informazioni sulle varie Nazioni. Ritengo utile sfruttare libri così per spiegare storia e geografia, perché attraverso il racconto giornalistico può risultare appassionante e non noioso per gli studenti». Diversi capitoli sono dedicati alle storie di giovani donne. «Sì, ma penso che mettere troppo l’accento sulla “condizione” di essere donna, a volte vada a ledere al racconto e contribuisca quasi ad estendere stereotipi. Quello che posso dire, in base alla mia esperienza professionale, è che anche nelle situazioni più opprimenti, le donne non sono solo delle vittime, ma spesso sono proprio le più grandi attiviste. Perciò, partendo dalle loro azioni, si può estendere la descrizione all’intera società». C’è qualche storia, all’interno del libro, che ami in particolare? «Tutte quelle storie sono importanti, non ne prediligo nessuna. Ho ritenuto bello citare tematiche diverse, che poi si ricollegano tutte al concetto di Coraggio, ovunque e in diverse circostanze». Molto bella, per esempio, la storia di Millie Knight, atleta paralimpica del Regno Unito. «L’importanza della storia di Millie è che, nonostante le sue difficoltà fisiche, prova paura non nell’approccio allo sport, ma solo dopo essere caduta. Mi sono riconosciuta, ripensando ad alcuni momenti della mia vita, in questo suo atteggiamento di sfida e spavalderia iniziale. Solo quando si cade si capisce davvero che ci si può far male. La capacità di riaffrontare le situazioni con consapevolezza è coraggio». Una realtà poco conosciuta è quella raccontata nel capitolo Il serpente nero, dedicato alla condizione dei nativi americani. «Chi vive nelle riserve si ritrova in una situazione davvero difficile. Le loro poche speranze sono alimentate quotidianamente da disoccupazione, tossicodipendenza e suicidi. Quella dell’ attivismo è una strada per esprimersi nella loro condizione di eterni colonizzati. L’amministrazione Biden sta cercando di coinvolgerli, ha infatti scelto Deb Haaland come Segretaria degli Interni degli Stati Uniti d’America. È la prima volta che una nativa entra alla guida di un dipartimento del governo USA».



Dal piccolo cinese Wang, che percorre ogni giorno a piedi, nel gelo, la strada per andare a scuola e si sente semplicemente “un bambino senza cappello”, passando per la Polonia di Kuba “Euro-orfano”, ad Emma, che negli Stati Uniti combatte contro la libera vendita delle armi, dopo avere perso i suoi compagni durante una sparatoria a scuola; e ancora da Negin, che in Afghanistan studia per dirigere un’orchestra in un Paese che considera la musica immorale, alla piccola Nojoud, sposa bambina yemenita, che si ribella e chiede il divorzio, pretendendo come regalo un orsacchiotto rosso, fino a Yacoub che, arrivato in Italia dal Camerun, non ha più notizie di sua madre, e a Reshma che, dopo essere stata sfregiata con l’acido in India, ha calcato le passerelle più importanti. Questi sono i grandi guerrieri descritti nelle pagine di questo libro.

Ma un pensiero speciale va a due ragazzi, protagonisti delle uniche storie senza un lieto fine: il pakistano Aitzaz e il siriano Hamza. Tutti noi, nel nostro piccolo, dobbiamo lottare per un mondo migliore, anche per loro.


Viviana, parlando di queste vite, mi è venuta in mente la frase latina “Per Aspera ad Astra”. Che dici, è un buon titolo? «”Attraverso le Avversità fino alle Stelle”. Sì, molto bello».


Concludiamo questo viaggio con un proverbio cinese:

Se pensi all'anno prossimo coltiva il riso, se pensi ai prossimi dieci anni pianta alberi, ma se pensi ai prossimi cent'anni scommetti sulle persone.


Alla prossima puntata!

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